Il famoso punto nero al centro dell’occhio: la pupilla funziona come un diaframma, che si dilata e si restringe in base alla luce ambientale. Tali variazioni di dimensioni sono permesse dall’iride, la parte che determina il colore dei nostri occhi. Non è un caso che il suo nome derivi da Iris, che nella mitologia greca era messaggera degli dei e personificazione dell’arcobaleno.
La comunicazione occhio-cervello ci permette di vedere. La visione, dunque, non è altro che il risultato di un processo che raccoglie gli impulsi luminosi attraverso gli occhi e li elabora attraverso il cervello. I raggi luminosi entrano dalla pupilla, passano per il cristallino e cadono sulla retina: è qui che il nervo ottico raccoglie gli impulsi luminosi e li conduce al cervello.
La più classica delle distinzioni è la seguente: visione da vicino, visione da lontano.
Un occhio senza difetti dell’apparato visivo è capace di mettere a fuoco oggetti a distanze diverse. L’accomodazione permette al cristallino di adattarsi alle necessità: