“Il ladro della vista”, viene definito così. È una delle patologie oculari più subdole. Nel mondo ne soffrono 55 milioni di persone, in Italia 2 milioni, anche se molti non lo sanno. Rimane nascosto per lungo tempo e all’improvviso e in breve tempo ci ruba il bene più prezioso, la vista.
Il glaucoma è la seconda causa di cecità (dopo la cataratta).
Il termine “glaucoma” deriva dal greco “glaukos” (ceruleo), in quanto l’occhio colpito da questa patologia allo stadio più estremo diventa completamente azzurro, privo di iride e pupilla.
Si tratta di una malattia che dipende dall’aumento della pressione oculare e può portare alla cecità. Nel bulbo oculare (nello specifico, nella camera anteriore e posteriore dell’occhio) è presente un liquido, più comunemente noto come “umor acqueo”, che viene continuamente prodotto e riassorbito. Tale liquido ha delle cosiddette “vie d’uscita”, ossia i trabecolati, delle fessure che servono al suo deflusso. Se i trabecolati sono ostruiti, il liquido non può uscire dal bulbo oculare e si accumula al suo interno. Di conseguenza aumenta la pressione oculare: il vitreo (gel presente tra il cristallino e il fondo dell’occhio) spinge sulla retina, causando la necrosi di alcune cellule che compongono l’epitelio retinico.
La morte di alcune aree della retina è un processo lento e progressivo. È possibile non rendersene conto prima che sia troppo tardi. Il sintomo più evidente è la visione a macchie: si parla di “scotomi”, difetti del campo visivo che consistono in vere e proprie zone cieche.
Esami diagnostici periodici e approfonditi possono prevenire i danni provocati dal glaucoma, su tutti la cecità. Intervenire in anticipo è l’unica soluzione per limitare l’avanzata di una malattia che non si può eliminare, ma solo rallentare e contenere.
Le cure, secondo uno stato di gravità crescente del glaucoma, possono andare da una terapia topica (vengono utilizzati dei colliri che abbassano la pressione oculare) a un intervento di sala operatoria, passando per un trattamento con YAG laser. Ognuna di queste tipologie di cura ha lo scopo di permettere il deflusso dell’umor acqueo.
Dunque, va tenuta sotto controllo la pressione oculare, che si misura in millimetri di mercurio (mmHg). Solitamente i valori corretti stanno tra i 10 e i 20 mmHg. Se si supera questa soglia, bisogna fare attenzione: il “ladro della vista” può essere in agguato.