Durante l’Aspria Tennis Cup si sono svolti una serie di eventi collaterali, uno dei quali dedicato all’importanza della vista per gli sportivi. Il tema è stato declinato sia sui tennisti professionisti sia sugli atleti amatoriali o più giovani. L’attenzione, infatti, si è focalizzata sui giocatori della Scuola Tennis di Aspria Harbour Club, impegnati come raccattapalle nel torneo. Sottoponendoli a diversi test ortottici, abbiamo eseguito una dimostrazione di visita oculistica per i bambini ed evidenziato l’importanza di controlli periodici in giovane età.
Si possono avere informazioni sulla salute generale da una visita oculistica?
Assolutamente sì. Tramite l’osservazione del fondo dell’occhio, infatti, è possibile non solo verificare lo stato di salute della retina, ma anche individuare precocemente segni di disturbi sistemici, quali ad esempio il diabete e l’ipertensione arteriosa.
Spesso per i bambini si parla di “occhio pigro”.
L’occhio pigro in termini tecnici viene chiamato “ambliopia”. Si tratta di quella condizione nella quale il bambino per una qualsiasi ragione, come un difetto di vista, uno strabismo o una cataratta congenita, decide di non far funzionare un occhio. In realtà non è il bambino che decide, ma il suo cervello che smette di raccogliere informazioni da quell’occhio e destina tutta la sua attenzione sull’occhio buono. Se questa situazione si perpetua fino al sesto anno di vita (periodo in cui si ultima lo sviluppo del nostro sistema visivo centrale) la condizione è irreversibile ed è per questo che bisogna individuare precocemente i bambini a rischio di ambliopia e procedere con una terapia.
È “curabile” l’occhio pigro?
L’occhio pigro purtroppo è una condizione irreversibile. Da qui si può capire quanto sia indispensabile eseguire delle valutazioni oculistiche fin da piccoli, così da evitare spiacevoli sorprese nel futuro. In genere, è necessario sottoporsi ad una visita oculistica all’età di 3, 5 e 6 anni.
Si può diagnosticare l’occhio pigro in bambini piccoli e non collaboranti?
Grazie alle nuove tecnologie è possibile visitare con buona precisione anche i soggetti meno collaboranti. Questo perché la strumentazione più recente permette di eseguire esami efficaci, pur mantenendo un certo grado di distanza fisica dal bambino.
“Occhio pigro” ma anche “occhio dominante”: perché è importante individuarlo e stabilirlo?
L’occhio dominante è volgarmente l’occhio che usiamo per prendere la mira. Conoscere quale sia dei due, diventa fondamentale quando ci si appresta a fare un intervento per correggere i difetti visivi o quando si prepara un intervento di cataratta. L’occhio dominante, infatti, è quello che necessariamente deve essere corretto al meglio per la visione da lontano.
Si possono correggere i difetti visivi con il laser?
Assolutamente sì. Il progresso tecnologico ci ha portato ormai alla possibilità di correggere la maggior parte dei difetti visivi di cui soffre la popolazione (miopia, astigmatismo e ipermetropia).
Generalmente tutti possono sottoporsi al trattamento laser, in alcuni casi però è particolarmente consigliato come ad esempio chi ha una forte differenza tra un occhio e l’altro, oppure nel caso di chi pratica sport. È fondamentale eseguire una visita oculistica prima di sottoporsi ad un trattamento, poiché è necessario eseguire degli esami specifici per verificare che il trattamento possa essere eseguito in sicurezza.
Le tecniche laser in uso oggi sono sostanzialmente tre: la PRK, la FemtoLasik e la ReLEx SMILE. In particolare, le ultime due consetono di poter trattare difetti molto più elevati, mantenendo comunque un ottimo confort post trattamento. Il paziente in questo caso sperimenta il famoso “wow effect”, ovvero “l’effetto wow” il mattino successivo al trattamento, quando può notare già un netto miglioramento visivo in termini sia quantitativi sia qualitativi. Nella maggior parte dei casi il paziente, durante la visita di controllo il giorno dopo il trattamento, è in grado di vedere subito 10 o addirittura più decimi.
Cos’è l’acuità visiva? Qual è la differenza tra “decimi” e “diottrie”?
Con il termine “acuità visiva” ci riferiamo al potenziale visivo che possiede l’occhio di ciascuno di noi e si misura in decimi. Le diottrie, invece, rappresentano il potere della lente correttiva che è necessario applicare per raggiungere il potenziale visivo.
I due valori non sono necessariamente correlati, non è quindi sempre vero che all’aumentare delle diottrie diminuisce l’acuità visiva.